Trattato globale sulla plastica: quali sono le novità?

Da poco si sono conclusi i lavori a Parigi di una seconda riunione del Comitato intergovernativo di negoziazione (INC2) che dovrebbe condurre a definire, entro il termine del 2024 stabilito dall’ONU, un Trattato globale sulla plastica.

Il problema riguarda solo lo smaltimento?
Tendenzialmente si associa alla plastica un impatto solamente nella fase finale del suo ciclo di vita parlando, quindi, di smaltimento o riciclo. La plastica, invece, ha un impatto ambientale in ogni fase della sua vita a partire dalla sua stessa produzione. Questo è uno dei temi principali che devono essere trattati e che non trova facile convergenza da parte di tutti i 175 Paesi.
Diversi sono gli interessi partendo dal gruppo di aziende fossili, industrie del settore e Stati come l’Arabia Saudita e la Cina che premono affinché si tratti la plastica solo come rifiuto con lo scopo di migliorarne smaltimento e riciclo. Al contempo, alcuni Stati e gruppi di pressione spingono affinché venga messo al centro della discussione l’intero ciclo di vita della plastica con l’obiettivo di ripensare l’intero modello produttivo.

Nuove opportunità: lo studio dell’Università di Portsmouth
Questa tesi è avvalorata da uno studio pubblicato dal Global Plastic Policy Centre dell’Università di Portsmouth commissionato dal movimento Break Free From Plastic che spiega come trasformare l’imballaggio dei prodotti, al fine di ridurre la produzione di plastica e l’inquinamento.
Il primo suggerimento dello studio è di dare una definizione universale dal sistema di riutilizzo e valutare la possibilità che tutte le nazioni possano abbandonare gli imballaggi usa e getta che, secondo le Nazioni Unite, rappresenta il 36% di tutta la plastica utilizzata a livello globale.
Molti sistemi di riutilizzo sono già stati sviluppati e collaudati come, ad esempio, il “prestito dell’imballaggio” al consumatore, il quale lo restituisce ad ogni uso fino al raggiungimento di un “punto di pareggio” di sostenibilità.

Le soluzioni per il futuro
Il sistema di riutilizzo, la limitazione di plastica vergine, porre standard comuni e il potenziamento di infrastrutture saranno i temi salienti discussi.
Sarà molto difficile trovare un accordo globale ed è per questo che, oggi, diventa necessario che lo stesso non si trasformi in buone pratiche volontarie ma che abbia una valenza legalmente vincolante e quindi debba esplicitarsi tramite un trattato.
I lavori riprenderanno in autunno, in Kenya, con l’obiettivo di presentare la “Zero Draft”, la “bozza zero” da cui cominciare a trattare seriamente proposte e contenuti.

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